Carlo Sirolla nasce nel 1948, vive e lavora a Verona: disegnatore, pittore, scultore, artista internazionale dal carattere molto schivo, preferendo evitare il pubblico in prima persona, facendo invece parlare le sue opere posizionate in città nazionali ed estere, una sua scultura inaugurata all’ambasciata italiana di Lusaka in Zambia, opere esposte al Castello di Wolsberg (Austria), monumento DarmSalam in Tanzania e molte in città di Verona: il Domatore all’entrata della porta Teodorico della fiera ora posizionata al CENTER HORSE di Sommacampagna, Berto Barbarani in piazzale Pozza a San Zeno,ill Ragazzo con il Flauto a Lugagnano di Sona ; la statua di papa Wojtyla a Roma tramite fonderie Biondan. Donna Renza Villafranca pure 4 statue al castello villa Nogarola di Castel d’Azzano sotto ai tre archi della facciata centrale.
Il VOLO DI ICARA Settimo di pescantina vr e altre in diverse localita nazionali ed estere Il Maestro Sirolla è un artista che della formazione, la perseveranza e tenacia ne ha fatto un vero e proprio credo iniziando da giovanissimo plasmando e dipingendo ogni genere di oggetto e non poteva che frequentare successivamente il liceo artistico intraprendendo poi con successo l’attività di pubblicitario conferendo il proprio contributo al movimento popart nell’ambito italiano. Mano felice e veloce, dove felicità è lo stato d’animo dell’artista velocità è il modus operandi.
«L’arte ce l’ho nel sangue, è nel mio Dna», spiega. Dal padre affreschista apprende i primi insegnamenti dell’arte pittorica e la madre cantante lirica come musa ispiratrice lo han cresciuto con un forte senso dell’estetica e attenzione ai dettagli e alla bellezza. Portandosi nel cuore questa immensa eredità, il Maestro viene spinto ogni giorno da una forza interiore che lo motiva a sperimentare sempre, attingendo ispirazione dal mondo classico arrivando alle avanguardie contemporanee, ammiccando dall’espressionismo al surrealismo, inventando nuove forme di comunicazione attraverso questa passione. “Un demone ardente in pace”, si definisce mentre lavora nel suo laboratorio, sentendosi solo in quel luogo in “paradiso” e realizzato in attesa del successivo momento creativo. Un giorno, quasi come un segno del destino, gli capitò in mano un pezzo di legno di cirmolo e ne ricavò un bozzetto, scoprendo così il piacere della scultura che lo porta in quelli di Domegliara per imparare a spaccare il marmo presentandosi allo “scalpellino”, come si definiva Stefano Pachera, un vero artista che lo prende in simpatia dopo aver visto il suo viso caricaturato dalle stesse mani di Sirolla in pochi secondi, mentre lui lavora, diventandone poi il suo maestro e mecenate. Non perde tempo e non si fa sfuggire quella occasione immensa di apprendimento e compera i suoi primi scalpelli per scolpire le prime due opere: “Procreazione e Natura”.
Lavorare il marmo però non lo ferma nella continua ricerca di sperimentazione volgendosi anche alla malleabile creta realizzando bozzetti, inventando poi il gesso mobile. Versando in una forma il gesso liquido lo modella dando forma e vita a bassorilievi che poi decora. Serve però velocità e capacità tecnica per far emergere in fretta l’immagine prima che la materia si indurisca. La sua “fame” sperimentale lo fa incontrare con lo scultore Gino Bogoni; mesi a guardare, chiedere, imparare scoprendo nuove tecniche espressive. Il repertorio vasto delle sue opere a cominciare dai ritratti a penna, per continuare con bronzetti, bronzi, bassorilievi, marmi, monumentali e i murales. Il marmo “Procreazione” trova una particolarità inaspettata perché davanti il volto di Dio creatore, dietro la figura della donna portatrice di vita.
Ospitato inoltre con il figlio a Lusaka, per tre mesi progettò una statua, sponsorizzata dalla banca locale, che esprime la collaborazione tra Italia e mondo africano. Realizzò così un monumento, una grande fiamma che comprendeva, da una parte due bassorilievi rappresentanti Papa Francesco e il presidente dello Zambia, dall’altra altri due con Santa Caterina da Siena, protettrice dell’Italia e la santa africana Giuseppina Bakita realizzato in cinque giorni con cemento e colore.
Personaggio illustre viene applaudito anche dalla critica, in particolar modo da Sgarbi. La vita artisitica di Sirolla è ben nota e seguita da anni personalmente dalla curatrice e storica dell’arte Monica Saracino, oggi docente di lettere, che ha creato un catalogo importante di ogni singola opera posizionando il Maestro e le sue opere tra gli artisti internazionali di valore.
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